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   CASA FAMIGLIA SANTA LUCIA
   

La Casa Famiglia  | Venerabile Suor Maria Antonia Lalìa Superiora Madre Dorotea Mangiapane  
Reparto Ragazze Madri |  Campo di Calcio e Parco Giochi  | Sostegno a "Santa Lucia"

Sede:
    Casa Famiglia S. Lucia
   Borgo S. Lucia, 12
   06024 Gubbio (PG)
   Tel. 075-9220568
   Fax 075-9220867
  
E-mail: casafamigliasluciagubbiopg@virgilio.it

 

 

La Casa Famiglia


   L'attuale denominazione "Casa Famiglia S. Lucia" ha sostituito il vecchio termine "Orfanotrofio" che, legato alla realtà sociale del dopoguerra, ha svolto una funzione determinante nel cercare di dare una soluzione alle difficoltà economiche e assistenziali presenti in tale periodo.
   La struttura è stata gestita, sin dall'inizio della sua costituzione, dalle Suore Domenicane di S. Sisto, ed attualmente è presieduta dalla Priora:
Suor Maria Dorotea Mangiapane.
   Il complesso edilizio, che da sempre ospita la "Casa", è stato oggetto di importanti interventi strutturali successivi ai danni prodotti dal terremoto del settembre 1997. Nell'occasione sono stati anche attuati miglioramenti importanti per permettere ai giovani ospiti un migliore svolgersi delle varie funzioni quotidiane (dormitori, mensa, sale ricreative) e questo grazie all' infaticabile lavoro di Madre Dorotea ed alla collaborazione del Sindaco Orfeo Goracci, dell'Amministrazione Comunale e dei tanti "Amici di S. Lucia", (Privati, Enti, Corriere della Sera con "un Aiuto subito", TV private). Al momento si stanno ultimando, con stanziamenti regionali, altre parti e spazi non ancora completamente usufruibili dalla comunità.

La "Casa Famiglia S. Lucia" assolve a:
 
Tre importanti funzioni nel territorio eugubino:
1):Assistenza ai "minori" in difficoltà, con problematiche familiari e comportamentali.
2):Assistenza a ragazze madri.
3):Attività scolastica: Scuola Elementare Paritaria "S Lucia".

   I "minori" ospitati, qui inviati dai vari Tribunali del territorio nazionale, hanno rappresentato nel tempo molte unità che necessitavano di un recupero sia sul piano affettivo che comportamentale. Ciò è stato possibile grazie alla totale dedizione delle operatrici religiose, che si sono anche avvalse dell'aiuto di equipes socio-psico-pedagogiche e sanitarie (ASL. n°1) presenti in città.
   Soddisfacenti sono stati i risultati ottenuti per una reintegrazione dei minori nella famiglia d'origine o per un affido o adozione.
   Certamente le serie problematiche della società odierna pongono finalità e direttive sempre più moderne, obbligando le operatrici religiose ad attivarsi costantemente nella vita sociale per il coinvolgimento di famiglie private, associazioni e centri per sostenere ed esaudire le aspettative di chi ha bisogno di aiuto, d'affetto e d'amore.
   La "Casa Famiglia S. Lucia" ha avuto un iter qualificante, sia sotto il profilo umano che sociale. I pregiudizi e le prevenzioni nei confronti dello "Istituto per orfani", come era un tempo definito, sono cadute, sulla base di esperienze concrete, positive, e qualificanti. Di questo va dato atto all'operato e all'impegno messo in quest'opera socio-educativa dalle operatrici religiose e laiche, in un'atmosfera serena e di vero spirito materno e paterno.
   Fino oggi nella "Casa Famiglia" sono transitati più di mille tra bambini e bambine avuti in affidamento dai tribunali di tutta Italia. Tutti sono ritornati nella società attraverso la strada della famiglia, delle adozioni e dell'affidamento. Attualmente a Gubbio sono presenti 30 "figli", come li chiama Madre Dorotea.
   Il 16 novembre 2002, alla presenza del sindaco Orfeo Goracci, del generale dei Carabinieri Paolo Lotti, del giudice Cenci del Tribunale dei Minori, di rappresentanti dei Vigili del Fuoco, della Forestale e della Finanza, del tenente Petese e del maresciallo Antoniello (Compagnia Carabinieri di Gubbio) si è proceduto alla cerimonia di consegna del ricavato della "Partita del cuore", triangolare di calcio disputatasi lo scorso 19 ottobre, a cui avevano preso parte una rappresentativa del Comando regionale Carabinieri Umbria (che ha trionfato), una selezione locale di forze armate e una selezione dell'Amministrazione Comunale. L'incasso di 5.000 Euro era infatti devoluto alla Casa Famiglia di S. Lucia.
   Il 23 ottobre 2004, in occasione dei festeggiamenti per il cinquantesimo della professione di fede di Madre Dorotea, è stato inaugurato il
Reparto Ragazze Madri. Tale struttura, collocata nel complesso monumentale di S. Lucia, è stata realizzata a seguito dei lavori di restauro resesi necessari per i recenti danni sismici del 1997.
   Annessa alla Casa Famiglia "S. Lucia" trova collocazione la
Scuola Elementare cattolica e pubblica che, in una struttura edile antisismica, assolve l'impegno scolastico nel rispetto delle attuali normative didattiche.
   L'istituzione scolastica accoglie bambini in età scolare, con l'integrazione degli extracomunitari e fornisce i seguenti servizi scolastici: mensa, doposcuola, trasporto, con la più aperta disponibilità assistenziale.
   Ben definito il rapporto Scuola-Famiglia, nel rispetto dell'importanza degli Organi Collegiali.

                                                   

 

La Venerabile Suor Maria Antonia Lalìa


    Suor Maria Antonia Lalìa nacque a Misilmeri (Palermo) il 20 maggio 1839.
   Il giorno seguente venne battezzata e ricevette il nome di Rachele. Sette anni più tardi, il 15 maggio 1846, fu cresimata dal cardinale Ferdinando Pignatelli, arcivescovo di Palermo.
   Suo padre, Vincenzo Lalìa, era un magistrato onesto e stimato, che per ragioni del su lavoro dovette spostarsi più volte da una città all'altra durante la fanciullezza di Rachele. Per questa ragione la famiglia risiedeva a Palermo, nel 1854, quando Rachele, fu affidata al Collegio di Maria nel paese natale, collegio gestito da suore domenicane. In questo ambiente sorse e maturò la vocazione di Rachele alla vita religiosa e, due anni più tardi, nello stesso collegio, vestì l'abito di San Domenico assumendo come nome di religione, quello della sua mamma da poco defunta, Maria Antonia, con l'aggiunta del complemento possessivo «del Sacro Cuore».
   Nell'ottobre del 1857, all'età di 18 anni "Suor Maria Antonia del Sacro Cuore", nel collegio di Maria del suo paese, dove era stata educanda, fu ammessa alla professione dei voti con i quali intese consacrare a Dio tutta la sua vita, vestendo l'abito domenicano. 
   A 26 anni, nel 1865, fu eletta all'unanimità, Superiora di quel convento-scuola e lo governò per quasi cinque lustri, rinnovandolo con lo spirito di fervente religiosa e di saggia amministratrice. In questo periodo si dedicò alla riforma interna della comunità, cercando di riportarla all'osservanza della vita comune prescritta dalla regola di San Domenico.
   Erano gli anni del Risorgimento italiano, ed essa, che già nel 1860, da giovane religiosa, aveva affrontato i «garibaldini» (i quali, giunti a Misilmeri, in attesa di procedere alla conquista di Palermo, avevano tentato di requisire il convento per usarlo come caserma), una volta diventata superiora, dovette sostenere dure lotte, specialmente dopo il 1870, per difendere il collegio e le sue scuole contro i soprusi delle autorità governative e locali.
   Ma il suo cuore palpitava anche per popoli lontani, tant'è che nel 1877 sentì il bisogno di pregare per la Russia e scrisse allo Zar Alessandro II perché le concedesse di fondare un collegio di Maria a Pietroburgo per l'educazione cristiana delle bambine russe, nell'intento di aprire nel cuore stesso dell'impero russo una porta per la Chiesa cattolica.
   L'ispirazione le era venuta già nel 1863 durante una visione, e da allora seguì e sognò senza tregua la sua vocazione missionaria. A questa vocazione  missionaria in Russia sicuramente pensava con entusiasmo quando nel 1890 fu liberata dall'incarico iniziale di Superiora. Anche la morte del babbo, avvenuta il 30 gennaio 1891, le parve facilitare l'esecuzione di quanto le stava a cuore.
   Con l'aiuto morale del padre domenicano Vincenzo Lombardo, suo assistente spirituale, poté finalmente partire dalla Sicilia per Roma, dove giunse ai primi di settembre del 1891: prima tappa, essa pensava, nel cammino verso la Russia.
   Ma a Roma si sentì rispondere da padre Alberto Lepidi, reggente del Collegio San Tommaso d'Aquino: « In Russia andranno le tue figlie, non tu. La tua Russia sarà Roma ». Evidentemente padre Lepidi ed altri eminenti religiosi domenicani, pensavano che Lei, svolgendo la sua azione in Roma, avesse dovuto e potuto preparare delle religiose missionarie pronte a partire quando fosse scoccata l'ora della
Russia.
  Ai primi di ottobre dello stesso anno (1891) visitò per la prima volta il desolato convento di San Sisto sull'Appia, fondato da San Domenico di Guzman, e incamerato dallo Stato dopo il 1870. La chiesa con pochi locali era allora affidata ai domenicani irlandesi di San Clemente, dai quali l'ottenne in veste di custode e restauratrice. Il 17 gennaio 1893 vi si stabilì con altre due suore venute da Misilmeri, dando così inizio alla sua Congregazione delle Suore Domenicane dette di San Sisto, dal convento in cui Suor Antonia iniziò la sua opera.
   Nel febbraio del 1895 fondò ad Asti la prima casa filiale. Nell'agosto del 1896 inviò le sue suore a Latiano, in Puglia. Il 17 maggio 1899 ebbe il decreto di approvazione dal cardinale Parecchi, vicario generale della diocesi romana, per la casa di San Sisto, riconosciuta come istituto diocesano. Nell'ottobre del 1900 fondò un'altra casa a Sassari. Nel maggio del 1901 si recò con alcune suore in Svizzera per dedicarsi all'assistenza dei figli di emigrati italiani a Berna.
  Nel giugno dello stesso anno rilevò l'antico monastero di San Mauro Castelverde in Sicilia, e vi assegnò alcune suore per l'assistenza agli infermi e la scuola ai fanciulli. L'8 novembre 1903 la nuova congregazione delle Domenicane di San Sisto venne riconosciuta dalla curia generalizia domenicana e accolta dall'Ordine. Nel 1904 la sua ultima fondazione: l'istituto Santa Rosa a Palermo.
   Nel 1905 vennero approvate dal vicariato le costituzioni della congregazione, dove tra gli scopi era fissato l'apostolato missionario. Nel  1907 celebrò il cinquantesimo anno della sua professione religiosa, ma la sua congregazione attraversava a Roma una crisi, che provocò prima un'inchiesta e poi una visita canonica disposta dal vicariato, guidata da Madre Gusmana Romanengo, fondatrice di una comunità di suore domenicane ad Asti. La visita comincia in dicembre. Madre Lalìa si sente sola. Anche il suo confidente, padre Lombardo, è morto il 4 settembre 1909. Padre Lepidi, diventato maestro del sacro palazzo, non può intervenire in suo favore, come nemmeno i religiosi del Sant'Uffizio che l'hanno aiutata e protetta. Il 27 aprile 1910, con decreto del cardinal vicario Respighi, Madre Lalìa viene esonerata dal governo della congregazione e le viene intimato di abbandonare la casa di San Sisto. Al suo posto è nominata vicaria della congregazione Suor Maria Enrichetta Incannella, dietro suggerimento della Romanengo. La fondatrice della "Congregazione delle Suore Domenicane di San Sisto", il 10 maggio parte per Ceglie Messapico, dove trascorrerà i suoi ultimi anni di vita.
   Nel 1911 fa la conoscenza del servo di Dio canonico Annibale Di Francia, che diventa il suo nuovo padre spirituale e il depositario delle sue memorie e delle sue aspirazioni missionarie ed ecumeniche. 
   Il 9 aprile 1914, giovedì santo, alle ore 23 Madre Maria Antonia Lalìa spira all'età di anni 75, dopo 57 anni di professione religiosa e muore come semplice suora dell'Ordine da lei fondato.
   Le sue spoglie, subito circondate di venerazione, vengono deposte nel cimitero comunale di Ceglie Messapico, dove rimangono fino al 22 luglio 1939, data in cui sono solennemente trasferite a Roma e tumulate nell'aula capitolare di San Sisto Vecchio, da lei tanto amata e riscattata dallo stato di abbandono e di squallore in cui si trovava dopo l'incameramento statale del monastero fondato da San Domenico.
   Oggi la venerazione di Suor M. Antonia Lalìa è sempre molto sentita ed è in corso il processo della sua Beatificazione.

 ** In effetti, un secolo dopo, nel 1993 una Missione fu aperta in Russia, a San Pietroburgo, mentre era Madre Generale dell'Ordine Suor M.Sistina Milan.

                                                   

 

La Superiora: Madre Dorotea Mangiapane


   Madre Dorotea, al secolo Giuseppina Mangiapane, è nata a Cinisi (Pa) nell'anno 1936 da famiglia di semplici origini, ma di grandi valori e virtù umane. Ha trascorso in un ambiente sereno, pieno delle grida di  sorelle e fratelli i primi anni dell'infanzia e dell' adolescenza fino all'età di 14 anni quando sentì pervadere il suo animo dal richiamo divino. Allora, contravvenendo al volere del padre, figura di grande rigore morale ed austerità, scappò con la sua bicicletta per essere accolta dalle Religiose del Collegio di Terrasini, la cui superiora era Madre Dorotea Ursi, dell'ordine della Congregazione Missionaria Domenicane di S. Sisto.
   Madre Dorotea, due anni più tardi, nel 1952, si trova già a Roma ed inizia la sua vita spirituale nel ritiro e nella preghiera: la sua famiglia gli manca, ma il suo animo aspira a servire Dio, prodigandosi per gli altri.
  Nel 1954 avviene la 1° Professione di Fede Religiosa: è tranquilla, serena, ha voglia di fare, di amare, di donarsi a chi ha bisogno.
  Da questo momento si avvicendano per lei esperienze in vari Istituti dove assiste bambini disagiati (Marotta di Pesaro; Siena), malati di TBC (Lucca), ragazze universitarie ed anziani (Siena).
  Nel 1957 prende i voti perpetui: L'entusiasmo che riveste ogni suo fare, i suoi risultati, le sue vittorie iniziali, inducono la Casa
Generalizia ad investirla della carica di Madre Superiora prima a Siena e poi a Falconara Marittima (AN): qui presiede un istituto per bambini con handicap gravi: situazione sicuramente dolorosa e triste, ma molto gratificante è per Lei un sorriso di questi bambini.
  Nel 1981, viene nominata Priora dell'Istituto Orfanotrofio di Gubbio: una realtà che pone Madre Dorotea davanti a "minori" con serie difficoltà comportamentali e familiari. Questa nuova condizione la obbligherà ad avere contatti costanti  con i vari Tribunali per i Minorenni del territorio nazionale e con tanti Servizi Sociali: dovrà diventare
"mamma suora", come voleva Suor M. Antonia  Lalìa,  fondatrice  dell'Ordine  Religioso,  e riversare  comprensione, pazienza, affetto, ma soprattutto amore per ogni minore a lei affidato.
  In quest'ottica la denominazione "Orfanotrofio" o "Istituto per orfani", non è più rispondente alle finalità dell'opera e Madre Dorotea si fa promotrice, insieme al
Presidente del Tribunale di Perugia Dott. Michele Cipolla ed al Pubblico Ministero Dott. Piero Cenci, di rinominare la struttura sociale eugubina che diventa "Casa Famiglia S. Lucia".
   L'opera riceve tanti apprezzamenti e riconoscimenti sia per il lavoro nel campo sociale sia per l'azione delle operatrici educative religiose.
   Madre Dorotea firma con la sua energia, con la sua volontà, con il suo coraggio ogni anno del suo mandato: vuole anche edificare un ambiente idoneo alle aspettative dei "minori" che ospita. Purtroppo sia il tempo che i vari terremoti succedutisi negli anni 1982 '84 '97, hanno arrecato gravi danni alle strutture murarie del complesso di S. Lucia, ed ecco che vediamo Madre Dorotea salire le scale della Regione, della Provincia, del Comune, della Prefettura, per fare interpellanze ed ottenere aiuti, interventi per la sua nobile causa. Associazioni (Lions, Rotary), grandi aziende eugubine (Colacem, Barbetti), privati cittadini, importanti testate giornalistiche e televisive (Corriere della Sera, Canale 5) si adoperano per garantire stabilità e perfetta riuscita ai suoi progetti relativi alla ricostruzione della scuola, degli spazi interni ed esterni della Casa.
   L'obbiettivo è quello di trasformare la Casa Famiglia S. Lucia, agli occhi della comunità eugubina, in un gioiello
capace di suscitare orgoglio e benemerenza da parte di tutti e soprattutto dei bambini ospiti.
  Madre Dorotea vive con intensità ogni momento la sua vita religiosa, s'adopera per tutti, ed è apprezzata e stimata da tante parti: testimonianza è il "Premio della Bontà" che riceve a Milano nel 1999; riceve anche l'investitura a "Dama del S. Sepolcro", le cui finalità di vita riflettono appieno le sue.
Recentemente, 11 dicembre 2002, Suor Maria Dorotea Mangiapane, è stata nominata "Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana" con decreto del Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, su proposta del Capo del Governo, Silvio Berlusconi.
  Madre Dorotea il 23 0ttobre 2004 ha festeggiato il
50° anno di vita religiosa, un traguardo molto importante. Nell'occasione grandi sono state le manifestazioni d'affetto da parte di tante aziende e privati cittadini di Gubbio. Notevoli gli atti di riconoscenza manifestataLe dai "suoi figli" di oggi e da quelli di ieri che non dimenticano di essere "passati per S. Lucia". Importante e sentita la presenza, vicino a Lei, di tante persone che quotidianamente l'ascoltano, la capiscono e la sostengono nel realizzare i suoi progetti educativi e sociali in favore di chi ha bisogno: "non per me, ma per chi non ha e soffre" come Madre Dorotea è solita ripetere nei suoi interventi.
  Grande gioia per Lei è stata anche l'opportunità di festeggiare il 50° anno di vita religiosa insieme a due consorelle: M. Osanna Di Marco e M. Agnese Spagnulo.
   Suor M. Osanna Di Marco, al secolo Gina, nata a Valle San Giovanni (TE) il 21/02/I930. Fece la sua Prima Professione Religiosa il 17/01/1954, ha svolto la sua opera a Lucca dal '54 al '60 poi a Bologna dal '60 al '81 ed infine a Gubbio dal '82 al 2004. Ha avuto la mansione di Cuoca, sempre disponibile alla volontà di Dio e delle Superiore. Suora esemplare, sincera, sempre a disposizione del prossimo, che ha servito come Gesù pellegrino.
   Suor M. Agnese Spagnulo, al secolo Lucia, nata a Pulsano (TA) il 22/04/1930. Anche Lei ha fatto la sua Prima Professione Religiosa il 17/01/1954. Ha sempre esercitato l'ufficio di insegnamento nelle Scuole Elementari, i primi 8 anni a Catania e poi sempre a Gubbio fino all'anno scolastico I995/96

                                                   

 

 Il Reparto Ragazze Madri


   In occasione dei festeggiamenti per il cinquantesimo della professione di fede di Madre Dorotea, Suor Osanna e Suor Agnese, il 23 ottobre 2004, è stato inaugurato il Reparto Ragazze Madri. Tale struttura, collocata nel complesso monumentale di S. Lucia, è stata realizzata in un settore completamente restaurato in seguito ai danni provocati dai fatti sismici del 1997. Tale reparto è composto da otto spaziose camere con bagno, ben arredate e dotate di ogni confort che possono ospitare altrettante giovani donne che hanno deciso, seppure tra tante difficoltà, di accettare il grande dono della maternità.
  Taglio del nastro da parte del Sindaco di Gubbio, Orfeo Goracci e la Presidente della Regione Umbria M. Rita Lorenzetti, alla presenza di tanti invitati e benefattori.
  In rappresentanza della Rev.ma Madre Generale Suor M. Pia Sancilio, erano presenti: Madre Priora Suor M. Concetta Terraneo; Suor M. Patrizia Minelli (eugubina di origine), segretaria dell'Ordine; Suor M. Concetta Pilo, economa generale dell'Ordine.
   Presenti anche altre due consorelle: Suor M. Rosa Lo Proto e Suor M. Luisa Pierotti (anche Lei, eugubina di origine).

                                                   

 

Agosto  2014 - Una scuola dell'infanzia a Santa Lucia


    La Casa Famiglia S. Lucia, nello spirito delle finalità che da sempre hanno caratterizzato e caratterizzano il suo impegno di accoglienza e di servizio educativo, dal 2011 ha aperto un Nido d’Infanzia che, sostenuto da un articolato progetto educativo e gestito da una qualificata équipe di educatrici, risponde ai bisogni dei bambini e delle famiglie, offrendo a quanti lo frequentano “un luogo di formazione, di cura e di socializzazione nella prospettiva del loro benessere psico-fisico e dello sviluppo delle loro potenzialità affettive, sociali, cognitive”.
    Per dare continuità al servizio che il Nido offre con grande soddisfazione di quanti lo frequentano, per rispondere alle esigenze educative di molti bambini ospiti della Casa ed a molte richieste che vengono dal territorio, la casa famiglia S. Lucia dall’anno scolastico 2014 - 2015 apre una sezione di Scuola dell’Infanzia Paritaria.
    La scuola, come previsto dalle norme in materia, ha già elaborato il progetto dell’Offerta Formativa nel quale sono bene articolati i principi ispiratori, le finalità educative, le scelte culturali, organizzative ed operative che la caratterizzano.
   La scuola, luogo dove il tempo è totalmente ed integralmente predisposto per l’educazione, fruirà di spazi ampi e luminosi: aule-laboratorio, sala giochi, refettorio, sala-riposo (per quanti ne hanno necessità), piccola palestra, servizi, spazi esterni adeguatamente attrezzati, servizio di mensa.
    La scuola, aperta del lunedì al venerdì avrà un orario giornaliero di 9 ore (dalle 8,00 alle 17,oo). Per quanti lo richiedono è comunque previsto l’orario ridotto e l’uscita intermedia (alle ore 13,00/14,00).
    La scuola seguirà il Calendario Scolastico Regionale: avrà inizio il 15 settembre e terminerà il 30 giugno; ma se esigenze familiari lo richiederanno c’è disponibilità a spostare la chiusura al 15 o al 25 luglio.
   La sezione sarà affidata a due insegnanti che, come previsto dalle norme, sono in possesso dei previsti titoli di studio e dell’abilitazione all’insegnamento.
   Le scelte educative, volte a favorire un ampio rapporto scuola-famiglia-territorio, a realizzare un’effettiva comunità educante, pongono, come emerge dal progetto educativo, all’attenzione il bambino, i suoi effettivi bisogni.
   Tutti i genitori interessati ad avere ulteriori e più approfondite informazioni sulla scuola possono rivolgersi alla Casa Famiglia (Tel. 0759220568).
 

Il Campo di Calcio e il Parco Giochi


   Inaugurato il 1 ottobre 2005 il Campo di Calcio e il Parco Giochi, realizzato con il contributo della "Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia" e quello personale della Sig.ra Paola Colaiacovo.
  All'inaugurazione sono stati presenti il Sindaco Orfeo Goracci, il Vescovo Mario Ceccobelli, il Prefetto Gianlorenzo Fiore e l'ex giocatore juventino Fabrizio Ravanelli.
Notevole ed importante la partecipazione e la solidarietà degli Eugubini che in tanti hanno voluto dimostrare la propria vicinanza e il proprio sostegno alla Casa Famiglia, in modo particolare Madre Dorotea sente il bisogno di ringraziare Giuseppe Brunelli che ha seguito il progetto e Ubaldo Gini che ha animato il programma del giorno.
   Il Vescovo Mons. Ceccobelli ha
sottolineato soprattutto “il cuore di mamma” che guida ogni azione di Madre Dorotea: “Sono ammirato da  questa donna - ha detto - questo luogo è l’orgoglio di Gubbio” e infine per lodare l'organizzazione perfetta, ha aggiunto: "Madre Dorotea ha prenotato anche il sole”.
   “Oggi ho realizzato un sogno per i miei figli - queste le parole commosse di Madre Dorotea che aveva al suo fianco Suor Maria Lucrezia. Lei a 16 anni era stata accolta a Santa Lucia, ora è anche lei suora e pronta a seguire l’esempio di Madre Dorotea.

 

                                                   

26 novembre 2016 Libro di Salciarini sul complesso di Santa Lucia a Gubbio


E' stato presentato il 26 novembre 2016 il libro di Paolo Salciarini

 "SANTA LUCIA la sua storia, il suo servizio agli ultimi"
 

                                                      

Sostegno a "Santa Lucia"


     Per chi vuol sostenere la "Casa Famiglia S. Lucia":

C/C 30352 intestato a: AMICI DI S. LUCIA

VENETO BANCA S.C.P.A.
Filiale di GUBBIO/Via di Porta Romana
IBAN    IT11M0503538480437570030352