Si concludono il 5
ottobre le celebrazioni dell'8° centenario (1213-2013) della consegna della
Chiesa della Vittorina a San Francesco che vi diede vita al primo
insediamento di suoi frati "minori" a Gubbio.
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La chiesa della
Vittorina dalle origini fino ai giorni nostri.
La tradizione vuole che la
chiesa di Santa Maria della Vittorina
in Gubbio sia
stata edificata nell'anno 853, durante l'episcopato di Erfo, a perpetua memoria
di una vittoria riportata dagli eugubini sui saraceni.
Così si spiegherebbe il titolo di Santa Maria della Vittoria, da cui il
diminutivo Vittorina. Questa leggenda sull'origine della chiesa era riferita in
una memoria conservata, perlomeno fino a! XIX secolo, nella sacrestia del
piccolo edificio di culto. Altre fonti antiche ci tramandano, invece, che il
nome della chiesetta deriva da "una Vittoria che li Romani hebbero in quel
loco".
In verità non esistono documenti atti a confermare o a incoraggiare queste
origini leggendarie. Anzi, l'appellativo Vittorina potrebbe più verosimilmente
derivare da un toponimo, addirittura risalente all'evo antico, sul tipo di quel
"Veiam Thurrenam" o "Viam Thurrenam" menzionato in carte d'archivio secentesche
e in epigrafi romane ora scomparse.
Del resto recenti campagne archeologiche condotte nella zona hanno permesso di
stabilire che l'edificio sorge a ridosso della strada, già preromana, che
correva esternamente all'abitato di Iguvium, in prossimità di una vasta
necropoli di età imperiale.
Per quanto riguarda, invece, la documentazione archivistica, delle pergamene
risalenti al XII secolo (1142. 1179, 1182) menzionano il toponimo "Uictorina",
peraltro senza alcun riferimento a un edificio di culto.
Gli Annali Camaldolesi ci informano che il luogo della Vittorina viene donato
nel 1213 a San Francesco dal vescovo Villano, per realizzarvi il primo
insediamento minoritico eugubino. Anche il cronista eugubino Ser Guerriero
ricorda che la Vittorina è concessa ai primi frati francescani in onore del
Serafico.
A poco dopo (1220 o 1222) risalirebbe, secondo alcuni studiosi di
francescanesimo, il noto episodio dell'ammansimento del Lupo di Gubbio
tramandato dai Fioretti. Qualche decennio più tardi i frati avrebbero
abbandonato la Vittorina per insediarsi nel nuovo complesso conventuale di San
Francesco, lasciando il loro
primitivo luogo alle suore clarisse.
In merito a questi fatti non si conservano però documenti coevi prima della
seconda metà del XIII secolo. Alla Vittorina c'erano una badessa e nove suore
nel 1267, quando il nobile Nicoluccio di Andrea de Portole, per riscatto dei
delitti suoi e dei suoi parenti, dona alle clarisse alcune sue proprietà poste
nella curia del castello di Portole, in vocabolo "colonna del Lupo". Nello
stesso anno l'abate don Giovanni cede in enfiteusi per 39 anni alle monache
della Vittorina l'ospedale e la chiesa di San Nicolo di Portale.
Tra la fine del Duecento e la fine del Trecento si registrano legati e donazioni
al monastero, nonché l'ingresso di oblati e familiari, oltre ad un cospicuo
aumento del numero delle suore, che nel 1346 erano 26.
Agli anni Novanta del XIV secolo risalgono le prime notizie sul monastero di
Santa Margherita "cum ecclesia sancte Marie de Vectorina".
I documenti risalenti a questo periodo e alla prima metà del Quattrocento
presentano, comunque, notevoli difficoltà interpretative. Da essi sembrerebbe
possibile arguire che le suore di Santa Margherita "de Rovetolo" (di cui si
hanno notizie fin dalla metà del Duecento),
forse in seguito ad un'unione tra insediamenti contigui di clarisse, si fossero
appropriate del luogo della Vittorina, in abbandono al pari del loro monastero.
Di sicuro nel 1432 maestro Giovanni di Guglielmo da Como viene pagato dal Comune
di Gubbio "per quatro dì che ha servito a exmurare pietra de sancta Maria de
Victorina cioè del muro del circuito del chiostro per fare el recalzo al muro
del Comune tra el fiancale e la porta de sancto Pietro in doi luochi".
Al 1497 risale un lascito testamentario di sei fiorini per la riparazione della
chiesa (che potrebbe essere stato accompagnato da altre donazioni consimili
fatte, a quel tempo, dagli eugubini in favore della Vittorina). Due anni dopo le
monache di Santa Margherita ricevono dal Comune "le case chiamate di S. Antonio
da Padova poste nella Città", quale donazione per aver concesso il proprio
monastero "per ricetto degli uomini appestati". Dalle fonti canoniche sugli
insediamenti francescani a Gubbio si apprende che "le Clarisse che abitavano nel
Monastero di detta chiesa della Vittorina" sono traslocate e unite
"con quelle di S. Antonio nel 1514", pur ritenendo il possesso della piccola
chiesa, nella quale continuano a venire eseguiti alcuni lavori, come quelli
pittorici che interessano il fornice dell'altare, documentati attorno al 1517.
Il 14 marzo 1538 le monache di Sant'Antonio da Padova cedono in enfiteusi per
cento anni alla Compagnia di Santa Maria della Vittorina sia la chiesetta, con i
beni ad essa pertinenti, che la contigua "capella sive domo". Il contratto
doveva essere confermato ogni quarto di secolo; annualmente, in occasione
della festa di Santa Maria nel mese di settembre, la compagnia avrebbe dovuto
pagare un fiorino alle suore. Nel rogito del notaio Valerio Benamati non viene
minimamente menzionata la Compagnia dell'Arte dei Tessitori, ricordata invece
dal Paris come beneficiarla della cessione anzidetta. ed attestata come
proprietaria della chiesa in una memoria databile al tardo Seicento.
Agli anni Cinquanta del XVI secolo risale la realizzazione dell'ornamento
lapideo della cappella principale della chiesa, ad opera dello scalpellino
Marcantonio di Silvestro. I lavori di decorazione dell'edificio continuano per
tutta la seconda metà del Cinquecento, interessando, tra l'altro, la volta
chiesastica e la cappella di destra. Fino a pochi anni fa la data 1577 si poteva
leggere sopra la finestra della cappella a "cornu epistulae". La data 1595
compare invece sull'architrave del portale, in calce all'iscrizione "DEIPARAE AC
IM[M]IACVLATAE V[IR]G[IN]I MARIAE DICATV[M]".
Nel 1606 papa Paolo V concede alla Compagnia "utriusque sexus" della Vittorina
indulgenze estese a coloro che avessero visitato la chiesa "in festivitate
Maternitatis [...] Sanctae Mariae Virginis".
Grazie alle visite pastorali, che nella diocesi eugubina si infittiscono a
partire dal secondo quarto del Seicento, disponiamo di descrizioni, alcune delle
quali assai dettagliate, relative alla chiesa e ai locali ad essa pertinenti.
Particolarmente significativa risulta la visita apostolica del 1636, nella quale
vengono elencati gli arredi sacri, i mobili etc. dell'edificio di culto, della
sacrestia e dei locali ad uso della confraternita.
All'anno 1639 dovrebbe risalire la decorazione a fresco della cappella di
destra, con dieci storie francescane (la data la si può desumere da Bartolomasi
1810-1813) Interessante risulta pure la citazione della Vittorina in una delle
legende della rappresentazione a volo di uccello della città di Gubbio,
disegnata dal priore Ignazio Cassetta ed edita dal Blaeu nel 1663. Alla lettera
"e" infatti si legge: "Strada che va a S.Maria de' Vettorina dove San Franc.
pacificò la lupa". Ciò a riprova della tradizione, allora già consolidata, di un
evento che trova supporto anche in testimonianze iconografiche del 1597 e del
1639.
Nel XVIII secolo, oltre a un minuzioso inventario degli oggetti e degli arredi
pertinenti alla chiesa e alla compagnia, assistiamo alla prima rappresentazione
planimetrica della Vittorina, che figura nel catasto compilato dall'agrimensore
bolognese Giuseppe Maria Ghelli, Anche nel catasto Gregoriano la chiesa viene
rappresentata planimetricamente. Risulta provvista di un avancorpo (forse un
portico), e dichiarata "oratorio privato" di proprietà di Alessandro Fabiani
(1814), successivamente di Luigi Elisei, "jus patronato il Convento di S.
Agostino in Gubbio" (1848). Dai cabrei si può appurare come la Vittorina
sorgesse proprio in corrispondenza del quadrivio formato da due importanti (e
antichi) tracciati viari suburbani.
Altre notizie, che comunque non aggiungono sostanzialmente nulla di nuovo, si
desumono dalla visita pastorale del 1858 e da altre successive (1868, 1873,
1885).
Nel triennio 1911-1913 si assiste a un primo tentativo di restauro della chiesa
e degli affreschi. L'iniziativa. promossa dal Comune di Gubbio, non sembra però
essere andata in porto. Degli importanti lavori di consolidamento e di restauro
sono invece effettuati tra il 1934 e il 1936, a cura del Comune e della
Soprintendenza e con finanziamenti ministeriali, I principali interventi
riguardano la demolizione
del vecchio campanile e la ricostruzione del
nuovo in posizione diversa, la rivoltatura del tetto,
l'inchiavardamento del muro orientale della chiesa,
la ripresa delle murature, la demolizione e la
ricostruzione del pavimento, alcune opere di rifinitura
nell'abitazione del custode. Vengono inoltre restaurati
gli affreschi della chiesa e della "sacrestia". A questo
periodo dovrebbero risalire anche le prime immagini
fotografiche della Vittorina. compresa quella del suo
interno (ante 1932), nella quale si intravede, tra l'altro,
l'altare posticcio realizzato sulla parete sinistra della
chiesa, che già il vescovo Navarra aveva ordinato di
rimuovere nel 1926. Nel 1934 viene rimosso pure
l'altare maggiore, "perché non consono allo stile dì
detta chiesa" (ancora nel 1942 questo problema non
era stato risolto, impedendo di fatto l'ufficiatura della
chiesa). Nel 1948 la Vittorina è restituita in perpetuo
all'ordine francescano dal vescovo Beniamino Ubaldi.
Grazie all'interessamento della comunità di San
Francesco, ed in particolare di padre Ludovico Uberti,
il 4 agosto 1957, con solenne cerimonia, la chiesa della
Vittorina viene finalmente riaperta al culto.
Estesi restauri dei dipinti murali sono realizzati, a cura
della Soprintendenza BAAAS dell'Umbria, nel 1982,
in occasione delle celebrazioni per l'VIII centenario
della nascita di San Francesco. Altre opere di
consolidamento vengono effettuate dopo il sisma
del 29 aprile 1984.Un restauro complessivo della
struttura e di buona parte dei dipinti murali della
chiesa è eseguito tra il 1999 e il 2000 con il contributo
del Gruppo "Air Liquide".
Nel 2007 viene portato a termine il restauro del
portale in arenaria dell'edificio.
(tratto da: "La chiesa di Santa Maria della Vittorina a Gubbio" di Frabrizio
cece e Ettore Sannipoli - 2007)
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