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   STRADA DELLA CONTESSA
   

L’architetto Simone Genga progettista della “Contessa” nel 1583
di
Fabrizio Cece

Antefatto


    Dopo i fasti del cosiddetto “corridoio bizantino” (VI secolo D.C.), quando la strada Gubbio–Luceoli (Pontericcioli) costituiva l’unico asse di comunicazione tra Ravenna e Roma, questa importante via di comunicazione del territorio umbro-marchigiano sembra essere diminuita d’importanza con il passare del tempo. D’altra parte, a ben pensare, non abbiamo molti documenti su cui ragionare.
 



 

La strada di Cantiano


    Sappiamo però che nel XVI secolo vi furono almeno un paio di circostanze che riportarono all’attenzione generale questa strada. Curiosamente, ma forse non tanto, ambedue le occasioni sono legate al passaggio dei corrieri postali.
   Nel 1508 il consiglio comunale esaminò il progetto di «far passare la strada Romana da ponte Riccioli a Gubbio».
   La seconda circostanza si verificò circa ottanta anni dopo, quando i perugini riuscirono ad ottenere dal pontefice che i corrieri della posta passassero per Perugia e, quindi, proseguissero verso nord attraverso il territorio di Gubbio fino a raggiungere Cantiano per la cosiddetta
strada di Cantiano (poi denominata convenzionalmente “della posta”).
   La comunità di Gubbio, visto il deplorevole stato in cui versava tale via di comunicazione, fu sottoposta a pesantissime pressioni, sia da parte dei perugini, sia da parte del Duca di Urbino. Gli eugubini furono quindi costretti ad istituire una nuova tassa e a “subire” continui bandi luogotenenziali. 

 



 

I mormorii dei perugini


    Gustosi e al tempo stesso drammatici sono certi passaggi contenuti in una lettera - non datata - scritta da Sforza Montegranelli da Roma al gonfaloniere di Gubbio. In essa, infatti, l’eugubino si lamenta delle continue insistenze che gli venivano dai perugini i quali temevano che Sisto V cambiasse idea sull’istituzione della nuova via postale visto che la strada che attraversava il territorio eugubino era dissestata e malsicura.
   Nell’atteggiamento dei “signori Perugini”, secondo il Montegranelli, c’era una precisa volontà di incolpare gli eugubini di un’eventuale fallimento dell’impresa: “et a noi altri di là sempre dicono che saremo causa noi che loro perderanno un tanto bene”. “Io so” - aggiunge Sforza - “che delli cento li novanta non sanno nè che cosa sia, nè dove sia Gubbio et non sonno molti giorni che in un contrasto d’alcuni cortigiani et altri gentil’huomeni che si ragionava et discorreva di varie cose, fo dimandato se Gubbio era città et s’havesse le muraglie; Cantiana et la Scheggia sono noti per tutto, et Gubbio, come ho detto, non si sa dalli più cosa sia”. “D’ogni ora” - prosegue Montegranelli - “si sente discorrere che da Costantinopoli et qua a Roma si viene in carozza, et insomma per tutto il mondo si va hoggi in carozza et in cocchio, eccetto che li nostri paesi non si possono praticare a piedi et manco a cavallo che li pedoni, apunto, hanno delli guai da poterne escire, così s’intende a tutte l’hore qua, che questo è pur vergogna et danno a tutti perché l’havere d’andare a torno quando tocca ad uno et quando ad un altro, poi per interesse solo di noi altri Gubbini, senza tant’altri rispetti doverissimo con tutte le nostre forze attendere tutti con questa impresa tanto honorata, necessaria et utile”.
   Anche la corrispondenza privata dei Bilj contiene riferimenti alle sollecitazioni a cui erano sottoposti gli eugubini più illustri residenti a Roma.


 



 

Simone Genga progetta la strada della posta


    Nel 1583 il duca di Urbino Francesco Maria II spedì a Gubbio Simone Genga per delineare con precisione il progetto delle nuove strade, con particolare riguardo a quella “di Canthiana”. Il Genga (Urbino 1530 - ca. 1596), celebre architetto militare, fu attivo soprattutto per il granduca di Toscana e, dal 1584, lavorò all’estero, in Polonia e in Transilvania.
   Il 20 ottobre 1583 il Genga “dopo haver dissegnato le strade di questo territorio et in particolare quella di Canthiana con grandissima diligenza” si era licenziato dagli eugubini e dall’opera fatta.
   Tutta la città ne rimase soddisfatta e ringraziava Francesco Maria II per aver mandato “simil soggetto”.
   Ora era giunto il momento di iniziare e concludere i lavori. Le risorse, però, erano poche e i lavori andarono avanti a rilento. Il 15 maggio 1587 fu bandito dal Luogotenente di Gubbio che tutti i contadini e “prezzaroli” della città e del contado, dai 14 ai 60 anni, dovessero andare a lavorare alla
“strada della posta” secondo il tratto e la quota loro assegnata.
   Era evidente, quindi, la volontà degli eugubini di non lasciarsi sfuggire questa ghiotta occasione.

 



 

La posta non passò mai


     Nel settembre 1589 la strada era quasi terminata ma, per un verso o per un altro, non fu mai possibile far transitare i corrieri postali per questa nuova via che, nel Seicento, tornò a denominarsi “strada di Cantiano”. Tale nome conserverà ancora per buona parte del XVIII secolo.
   Ce lo testimoniano inequivocabilmente le mappe del catasto Ghelli-Bartoli (1770) pubblicate dal prof. Barbi nel 1997.
1770: catasto Ghelli-Bartoli; in rosso è indicata la strada di Cantiano che inizia dalla chiesa di Madonna del Ponte (da A. BARBI, Atlante geografico del territorio di Gubbio nel '700, Gubbio 1997, p. 104).



 

La strada “della Contessa”


    Quanto alla denominazione moderna - “strada della Contessa” - si può affermare per il momento che essa fu usata ufficialmente solo a partire dalla prima metà dell’Ottocento.
  
 Sappiamo peraltro che lungo la strada, poco prima della deviazione per la chiesa di S. Bartolomeo di Burano, esisteva un’osteria chiamata: “osteria della Contessa” nei documenti dei secoli XVII-XVIII; “osteria del Conte” in una mappa del 1763 e nella planimetria del catasto Ghelli-Bartoli (1770).

1770: catasto Ghelli-Bartoli; in rosso è indicata la strada di Cantiano poco prima della deviazione per S. Bartolomeo di Burano; evidenziata l’osteria del Conte (da A. BARBI, Atlante geografico del territorio di Gubbio nel '700, Gubbio 1997, p. 128).

1763: la strada Gubbio-Ponte Riccioli-Cantiano; evidenziata anche l’osteria del Conte sulla strada che da Gubbio conduce a Ponte Riccioli - Cantiano (da R. VOLPI, L'Umbria nella cartografia, Perugia 1993, pp. 104-105).



 

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