"Via ch'eccoli"
da sempre è stato ed è l'urlo degli Eugubini al passaggio dei Ceri
durante la sfrenata ed entusiasmante "Corsa".
Nel 1939 "Via ch'eccoli" divenne la testata di
un giornaletto ceraiolo, edito dall' Associazione "Pro Gubbio". La
pubblicazione fu interrotta all'inizio della seconda guerra
mondiale.
Nel 1976 un gruppo di giovani del Cero di S. Antonio
ripubblicarono la testata come "foglio" semiserio scritto con
"spirito ceraiolo-goliardico" e la cosa continuò fino al 1979.
Ripresa sotto forma di rivista nel 1981 sotto la
direzione del
Prof. Adolfo Barbi, studioso, dagli anni 70, della
Festa dei Ceri.
Il periodico è annuale ed esce, con una tiratura di oltre 2500
copie, la prima domenica di maggio.
Dal 1992, in occasione dell' VIII centenario della
Canonizzazione di S. Ubaldo, il comitato di redazione volle
arricchirlo del prezioso omaggio la "vita di S. Ubaldo" di
Giordano (2° edizione). Fu un successo. Da allora iniziò la
serie degli inserti: nel 1993 prese il via la pubblicazione
di una collana, in piccoli volumi: "La storia della Festa dei
Ceri dal 1881 ai giorni nostri", collana che è andata avanti con
la collaborazione generosa di tanti eugubini che hanno messo a
disposizione ricordi, documenti e foto.
Inoltre sono state pubblicate le descrizioni, tradotte dall'inglese
in italiano, delle feste alle quali parteciparono Herbert M.
Bower (1896-'97) e Laura Mc Cracken ('04-'05).
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Nel 1994 la redazione lanciò "Via Ch'eccoli... i piccoli",
il giornalino scritto soltanto dai bambini, con finalità umanitarie.
Il ricavo è stato
devoluto ai bambini del terzo mondo. Una iniziativa altamente
educativa, un piccolissimo ma concreto aiuto.
"Via ch'eccoli" non presenta sponsorizzazioni a fini
commerciali, è aperto a tutti e di fatto è diventato il
"periodico di tutti i ceraioli".
Per aver accolto
qualsiasi scritto, senza distinguo, è stato ed è rimasto un
giornaletto "popolare", fatto di racconti, battute, episodi
umoristici, satirici, vignette, poesie, in italiano e in dialetto.
In esso affiora, al di là dei contenuti (storia, memorie, proposte,
proteste ecc...), il vero spirito della nostra comunità, quello che
veniva trasmesso oralmente, ma che nessuno osava fissare con
l'inchiostro sulla carta.
"Via ch'eccoli"
può considerarsi una buona fonte per conoscere quello che don
Origene Rogari definiva lo "spirito bizzarro degli eugubini".
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