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   CRONACA NOVEMBRE 2008
   

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07 Novembre 2008: "La Memoria del tempo - Le feste popolari tradizionali dell’Umbria"
08 Novembre 2008: Una collezione di Antiche Balestre arrivano a Gubbio da Udine
11 Novembre 2008: La Festa di S. Martino: vino novello e "cuccagna"
15 Novembre 2008: Conferenza su Ubaldo Baldassini, nostro Patrono 
16 Novembre 2008: Assegnato il "Fuoco francescano della Pace 2008"
17 Novembre 2008: Don Luigi Ciotti accenderà l'Albero di Natale
18 Novembre 2008: Colpalombo e le sue famiglie in un libro di Palmiro Passeri

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07 Novembre 2008 - "La Memoria del tempo - Le feste popolari tradizionali dell’Umbria"


   Presentato nell’ambito di Umbria libri 2008 il volume dell'eugubino Giancarlo Gaggiotti “La memoria del tempo–Le feste popolari tradizionali dell’Umbria, edito dalla Regione Umbria.
  
L'opera contiene i risultati di una ricerca congiunta svolta dal Consiglio regionale dell’Umbria insieme all’Istituto di etnologia e antropologia culturale della Università degli Studi di Perugia, iniziata già negli anni Ottanta con una prima raccolta di informazioni e testimonianze scritte sulle feste popolari e proseguita con la raccolta di 1.124 schede compilate con le informazioni essenziali sulle manifestazioni e cioè: denominazione, luogo e data, origini, tipologia, descrizione, manifestazioni collaterali, gastronomia abbinata, documentazione di ogni genere.
   Il libro che contiene anche un glossario essenziale di termini dialettali che aiutano la comprensione di tali manifestazioni della tradizione umbra e che rischiano di scomparire.
   Un itinerario nelle profondità dell’anima umbra tra magia e mistero, paganesimo e cristianesimo, una guida dalla preistoria ad oggi attraverso la descrizione di 303 feste popolari, alcune delle quali scomparse ma di alto valore storico e culturale.
   In appendice è riportato anche un calendario delle feste in cui, accanto alla liturgia ufficiale della Chiesa, sono riportati mese per mese i tantissimi santi e beati dell’Umbria, e anche le più significative feste precristiane.
  Alla presentazione del volume con l’autore erano presenti il presidente del Consiglio regionale dell’Umbria Mauro Tippolotti, l’assessore regionale alle attività e ai beni culturali Silvano Rometti e l’antropologo Giancarlo Baronti, del Dipartimento uomo e territorio dell’Università di Perugia.
   Il Presidente Tippolotti ha sottolineato l'importanza dell'opera in quanto le feste popolari sono “elemento di aggregazione e socialità, ma da quando esse non sono più gestite dal popolo con le sue sole forze – ha precisato – hanno assunto un carattere consumistico, che ci allontana dalle nostre radici”.
Anche l’assessore Rometti ha evidenziato che le feste popolari sono anche oggi un “fattore di coesione sociale enorme, con un’attività che si dispiega lungo tutto l’anno, per mantenere in vita le radici”.
   Il professor Baronti ha evidenziato la profonda differenza fra le feste popolari e le sagre; le prime infatti sono “dissipazione del denaro accumulato fra le famiglie di un paese o di un quartiere per godere dell’evento festivo che si manifesta in manifestazioni di vario genere” le seconde invece “accumulazione di denaro”, ovvero il suo esatto contrario.
   Baronti ha poi evidenziato le differenze fra le feste popolari legate al ciclo della mezzadria e quelle inventate, come la Quintana o il Calendimaggio, per celebrare un ritorno ad un passato dove però tutti sono duchi e baroni, e non si sente più la “puzza di stalla”, che è il mondo vero da dove veniamo. Caso limite la trasformazione della festa di S. Antonio abate, che ha avuto in origine lo scopo di distribuire da mangiare ai poveri da parte dei baroni e che oggi, “in una località umbra che non voglio nominare – ha detto – è diventata la consegna dei contadini dei beni della terra al ricco possidente”.
   In conclusione l’autore, Giancarlo Gaggiotti, ha spiegato come il libro sia una testimonianza di anziani rivolta ai giovani, con caratteristiche di assoluta novità come il recupero del dialetto e il calendario dove accanto ai santi ufficiali della Chiesa si uniscono non solo santi e beati dell’Umbria ma anche le divinità italiche precristiane, con uno studio approfondito sull’etimologia dei nomi “che porta molto più indietro di quanto non sia possibile fare con l’archeologia, risalendo al significato di santi e divinità pagane prima ancora che venissero umanizzate”.
   Gaggiotti è autore anche di: Il lupo di Gubbio era un lupo? (1978), Dove l’anno è un giorno (1988), Sulle orme degli antichi Umbri (2001), A tavola con gli dei (2001, in Dalle Tavole Eugubine… in tavola, con Augusto Ancillotti et alii). Tre saggi sono in corso di stampa in Ombrikà, rivista dell’Irdau (Istituto di Ricerche e Documentazione sugli Antichi Umbri), di cui Gaggiotti è stato direttore.


 
                                                    

 

08 Novembre 2008 - Una collezione di Antiche Balestre arrivano a Gubbio da Udine


   Si è svolta la consueta “giornata del Balestriere” a conclusione delle attività annuali. Si tratta di un appuntamento molto importante per la nostra Società Balestrieri, presieduta dal Prof. Ubaldo Orlandi, che rappresenta un momento di gioia e di festa, caratterizzata da un grande spirito di amicizia e fratellanza tra i balestrieri con le loro famiglie e la città tutta.
   Nel pomeriggio si sono svolte al Balipedio le gare tra i balestrieri. Due i tornei in programma: la gara “medaglia del consiglio” che ha visto vincitore Raniero Bellucci, seguito da Claudio Mancini e da Alessandro Baciotti; il “torneo del presidente” vinto da Pietro Salciarini, seguito da Piero Sannipoli e da Francesco Morelli.
   Molto sentita poi la cerimonia religiosa in memoria dei balestrieri defunti che si è tenuta presso la chiesa di San Giovanni, alla presenza del vescovo Mario Ceccobelli. Tra l'altro al Balipedio si è svolto anche il 1° Memorial "Massimo Mencarelli" con il quale il padre Nazzareno e i fratelli Roberto, Francesco e Stefano hanno inteso ricordare il giovane baletriere Massimo, scomparso nel dicembre scorso. Ma va precisato che la motivazione della famiglia Mencarelli è di ricordare Massimo per il suo compleanno che cade non lontano da questo periodo (14 ottobre); il "memorial" ha visto vincitore Raniero Bellucci seguito da Francesco Mencarelli e Coccia Andrea. Al vincitore è andato anche il collare finemente decorato che passerà annualmente da vincitore a vincitore fino a quando un balestriere non se lo aggiudicherà definitivamente con 5 vittorie anche non consecutive.
  Poi la giornata si è conclusa presso lo Storting Hotel con il tradizionale momento conviviale che quest'anno è stato preceduto dalla cerimonia con cui la Società dei Balestrieri ha ricevuto una
collezione di sei balestre antiche appartenute a Ferdinando Rosset di Udine. Presenti anche il Sindaco Orfeo Goracci e il Presidente della Società Balestrieri di San Sepolcro, Federico Romolini.
   La dottoressa Luisa Simoncini, friulana, in nome e per volere di suo marito Ferdinando Rosset, scomparso nel luglio scorso all'età di 73 anni, ha consegnato alla Società Balestrieri di Gubbio sei balestre fino a ieri custodite nell'immensa collezione curata da suo marito insieme ad armi da fuoco d'ogni epoca, oggetti d'arte, orologi e libri.
Non è la prima volta che un non eugubino si innamora di Gubbio e degli Eugubini al punto da voler lasciare qualcosa di suo nella nostra città per rimanervi e diventare uno dei nostri, ma l'amore di Ferdinando e sua moglie per la nostra città è stato un vero colpo di fulmine e la donazione di questa collezione di grande valore ne è la testimonianza.


   Ferdinando Rosset era nato a Udine nel 1935, laureato in economia ma era anche e soprattutto, come lui stesso amava definirsi, "perito industriale".  E' stato tra i massimi esperti di centrali idroelettriche, fondatore a livello nazionale di Assoelettrica di Confindustria, già membro dell'Unapace (Unione nazionale autoproduttori e consumatori di energia elettrica).
  Fondatore di molte centrali energetiche, è stato anche manager di valore in Sgea, Idroelettriche Riunite ( dove ha ricoperto il ruolo di presidente) e Fantoni.
   Tante le sue passioni a partire dall'astronomia, la musica, Leonardo da Vinci. E' stato anche consulente per i musei di Udine grazie alla sua vasta e sicura conoscenza dei pittori veneti e friulani del XVII e XVIII secolo.
   Ma Ferdinando Rosset è stato anche un grande e competente collezionista che lo ha portato a possedere "Un museo dal grande pregio, affascinante, ammaliante" come ha definito la collezione il Presidente Orlandi.
   La scoperta e l'amore per Gubbio è avvenuta quasi per caso: una vacanza  insieme alla moglie nell'agriturismo S. Vittorino gli ha dato l'opportunità del primo "contatto" con la nostra città a cui hanno fatto seguito tante altre approfondite visite che li hanno fatti innamorare della nostra terra e della Società dei Balestrieri con la quale è nato un rapporto di rispetto e stima reciproca, una sinergia forte concretizzatasi con visite ricambiate.
   Così, a distanza di qualche mese dalla sua morte, la moglie Luisa, rispettando e facendo propria la volontà di Ferdinando ha voluto rinsaldare ancor più quel legame con la donazione di sei balestre di grande valore che il Maetro d'Armi Giampiero Bicchielli ha con cura illustrato ai presenti: una balestra da caccia inglese (dell'inizio del 1800), un'altra tedesca usata per la caccia (datata metà 1700), un balestrino da tiro a segno italo-francese per bambino (risalente al XVI-XVII secolo), una balestra a mulinello per tiro a segno originaria dai Paesi Bassi (costruita tra il 1720 e il 1750), un balestrino a palla di realizzazione toscana (risalente al XVII-XVIII secolo) e per finire un balestrino a pallottole tedesco del 1650.
   Insomma sono pezzi di assoluto pregio, caratterizzati da archi in ferro, sopraffine incisioni e meccanismi molto sofisticati. La collezione avrà la sua collocazione definitiva nel Palazzo del Bargello, presso il Museo della Balestra, inaugurato proprio un anno fa.
 

                                                     

11 Novembre 2008 - La Festa di S. Martino: vino novello e "cuccagna"


   Si è svolta come ogni anno la “Festa di S. Martino”. Tanta gente ha affollato la piazza del Quartiere.
  Vino nuovo, castagne, polenta con salsicce, cotiche e fagioli: queste le prelibatezze offerte dai Sammartinari a tutti i presenti, allietati anche dal suono della Banda “Città di Gubbio”.

   Alle 19.00 una piccola mongolfiera si è alzata verso il cielo per opera degli amici di Colombella, frazione di Perugia che da 13 anni è presente alla festa, in nome di un simbolico gemellaggio.
 
   Alle 19,30 il solito spettacolo della
“Cuccagna”.

  Quest'anno record di partecipanti:
Nove squadre: (Villamagna; Volemo 'l pollo; Anche il quinto vien da se; I pazzi; La banda del Lambo; Tutti sopra Balone; Salvate le piazza (400 Kg); Tutti sopra Mattione; I falsi magri).

  La squadra di Villamagna ha raggiunto la vetta del palo con i relativi premi, in soli 28 secondi, ribadendo così la straordinaria superiorità del gruppo che da 9 anni si aggiudica ripetutamente l’ambito trofeo di salami, polli, prosciutti, salsicce, formaggi e da quest'anno anche 250 Euro.
 

 
Vedi il videoclip dell'avvenimento su


                                                     

15 Novembre 2008 - Conferenza su Ubaldo Baldassini, nostro Patrono 


   Grande partecipazione alla conferenza su Ubaldo Baldassini, il santo Patrono di Gubbio, che si è tenuta presso la Casa di S. Ubaldo.
   Ha relazionato il Prof. Bruno Cenni che ha particolarmente approfondito l'argomento relativo all'evoluzione architettonica della Basilica di S. Ubaldo, quindi si è
soffermato sulla descrizione dell'urna lignea che ha accolto il sacro corpo del Protettore dal 1200/1300 fino al 1721.

   E' stata anche presentata una pergamena originale, conservata presso l'archivio della Cattedrale, con la quale il vescovo Ubaldo nel 1135 donava alcuni beni alla Canonica di S. Mariano: in essa è leggibile la firma autografa di S. Ubaldo.
 

  Hanno relazionato anche il Sindaco Orfeo Goracci, il Vescovo emerito Pietro Bottaccioli e il Rettore della Basilica Padre Pietro Mechelli. Ha introdotto e coordinato i lavori il Presidente della Famiglia dei santubaldari Ubaldo Minelli
 

                                                     

16 Novembre 2008 - Assegnato il "Fuoco francescano della Pace 2008".


   Si è svolta presso il Convento di San Francesco la cerimonia della  “Festa della Mansuetudine”, manifestazione organizzata dal Centro Internazionale per la Pace tra i Popoli “San Francesco e il Lupo”, presieduto da Gabriele Laurenzi con la collaborazione dell'Associazione Maggio Eugubino, presieduta da Luigi Lupini.
   Il significato della festa e quello di "educare alla pace, alla solidarietà e alla riconciliazione - ha affermato il Presidente Laurenzi - e il ricordo del XXI Fioretto di San Francesco, l'episodio che ha reso Gubbio famosa in tutto il mondo, tanto da diventare nell'immaginario collettivo la seconda patria del Poverello, segna Gubbio con una vocazione di pace".
   La Festa della Mansuetudine prende spunto infatti proprio dall'episodio di San Francesco che a Gubbio ammansì il lupo: da qui è nata l'idea di istituire, nel 1994, il
Fuoco francescano della Pace, un candelabro in bronzo, opera dell'artista eugubino Nello Bocci, che ogni anno viene consegnato ad enti, associazioni ed organizzazioni che si sono distinte per la diffusione della cultura della pace, della riconciliazione e della solidarietà. 
   Quest'anno il candelabro “Fuoco Francescano della Pace” è andato al Comitato Italiano Paralimpico
e lo ha ritirato il suo Presidente Avv. Luca Pancalli.
   Negli anni passati una copia della preziosa opera è stata assegnata anche alla Fondazione Aldo Capitini, ai vigili del fuoco di New York (nell'anno del crollo delle Torri Gemelle), al Comando operativo di vertice interforze del Ministero della Difesa italiano per il supporto umanitario alle missioni Onu.
   Alla consegna del Premio 2008 hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore Aldo Cacciamani, in rappresentanza del Comune, il Presidente regionale del CONI Valentino Paparelli, Francesco Emanuele presidente del CIP umbro. In sala, oltre ad autorità civili e militari, anche Gianfranco Costa, Presidente del Comitato per la pace tra i popoli di Assisi che ha fatto dono alla città di un olivo che sarà piantato all’interno del complesso francescano.

  All’inizio è stato osservato un minuto di raccoglimento per la pace nel mondo
dinanzi al monumento a San Francesco ed il Lupo.
   Il Centro Internazionale per la Pace fra i Popoli di Gubbio e il Maggio Eugubino hanno costituito un Comitato cittadino per la gestione della Festa della Mansuetudine e assegnazione del Fuoco della Pace, in collaborazione della Compagnia dei Custodi del Fuoco che sono gli attuali proprietari e gestori fisici del candelabro in bronzo del Fuoco.

 

                                                   

17 Novembre 2008 - Don Luigi Ciotti accenderà l'Albero di Natale.


   Il Comitato Albero di Natale di Gubbio ha comunicato che sarà Don Luigi Ciotti ad accendere l'Albero di Natale più grande del mondo il prossimo 7 dicembre.
 

   Don Luigi Ciotti è una personalità di grande rilievo che da sempre é dalla parte delle persone segnate dal disagio, per “dar voce a chi non ha voce”.
   Nel 1965 ha  fondato il "Gruppo Abele" organizzazione che opera all'interno delle carceri minorili ed aiuta le vittime della droga; il gruppo oggi conta oltre trecentocinquanta persone impegnate in attività di accoglienza attraverso due servizi di pronto intervento a Torino, otto comunità che ospitano persone con problemi di tossicodipendenza, di alcolismo o malate di AIDS, un servizio di accoglienza notturno per persone senza fissa dimora.
   Fin dalla sua ordinazione a sacerdote nel 1972
la strada è stata la sua Parrocchia.
    Il Gruppo Abele concretizza inoltre il proprio impegno anche in interventi di cooperazione internazionale in molti paesi del terzo mondo.
   Nel 1995 fonda anche "Libera", l’associazione per la lotta contro tutte le mafie e per la promozione di una cultura della legalità; intensifica l’opera di denuncia e di contrasto al potere mafioso dando vita al periodico mensile "Narcomafie"; dalle sinergie tra diverse realtà di volontariato nasce nel 1995 "Libera-Associazioni, nomi e numeri contro le mafie", un network che coordina oggi nell’impegno antimafia oltre 700 associazioni e gruppi sia locali che nazionali.

   La cerimonia dell'accensione dell' Albero di Natale più grande del mondo sarà trasmessa in televisione da Tele Radio Gubbio ed anche via internet per dare la possibilità a tanti eugubini sparsi nel mondo  di seguire l'avvenimento che avrà il seguente programma:
Ore 19,00
Ingresso corteo storico  presso l’Hotel “Beniamino Ubaldi”
Ore 19,10 – Saluto ai convenuti
Ore 19,30 – Collegamento con eugubini nel mondo
Ore 19,45 – Esibizione Sbandieratori
Ore 20,00 – Accensione 

 

                                                   

18 Novembre 2008 - Colpalombo e le sue famiglie in un libro di Palmiro Passeri


   Colpalombo è il secondo centro storico, per ordine d'importanza, nel territorio del comune di Gubbio arroccato su un piccolo colle (424 m s.l.m.) che domina la valle del fiume Chiascio. E' luogo ricco di storia, infatti risalgono al XII secolo le prime notizie sul Castrum Collis Palumbi, che già esisteva nel XI secolo come borgo fortificato da mura e da una torre.
   Uscito, fresco di stampa, un interessante libro su
"Colpalombo genti e tradizioni" ove le immagini e i ricordi sono al tempo stesso il motivo ispiratore e il risultato. L'autore è Palmiro Passeri, che tutti a Gubbio conoscono per essere stato insegnante di scuola guida di diverse generazioni di eugubini. "Il mio intento, attraverso questa carrellata di foto, di storie e di personaggi - è scritto nel libro - è stato quello di rendere omaggio al mio paese, testimoniando il suo evolversi nel tempo, dal punto di vista sociale, economico, religioso e ambientate.
Molte situazioni, nel corso degli anni, sono cambiate seguendo il naturale sviluppo del progresso... La "gente" di Colpalombo, però, è rimasta quella di una volta: semplice, generosa, sempre disponibile ad aiutarsi.
Chiunque arrivi a Colpalombo si sente come a casa sua, perché ha la sensazione di vivere in una grande famiglia".
  
Nell'opera sono riprodotte oltre 500 fotografie, tanti i personaggi che vengono riportati alla memoria, tante le famiglie passate in rassegna: Bartoletti, Bazzucchi, Belardi, Bellucci, Biccheri,
Biscarini, Bonifazi, Boschetti, Borio, Brunetti, Busto, Carletti, Casagrande, Cassani, Catena, Cavallari, Ceccarelli, Cecchetti, Chiocci, Ciaccolini, Commodi, Dragoni, Donnini, Elisei, Ercoli, Fioriti, Formica, Fumanti, Garbati, Giombini, Gori, Grilli, Lilli, Lucarini, Magellano, Marsili, Marchetti, Massotti, Mariotti, Meloni, Minelli, Morbidelli, Mischianti, Pannacci, Passeri, Pierotti, Pimpinella, Polidori, Pompei, Provvedi, Rogari, Rosimini, Rondelli, Rufini, Rossi, Saracini, Satiri, Sommaco, Tasso, Tognoloni, Tomassoli, Tomassoni, Uccellani, Vergari, Vinciotti.
   Tutte queste famiglie hanno formato la "Grande Famiglia" di Colpalombo: "La maggior parte dei nuclei familiari del paese erano numerosi e patriarcali; il capo famiglia era quasi sempre la persona più anziana e considerata la più saggia; a lui era dovuto rispetto ed obbedienza. Un esempio significativo può essere rappresentato dalle famiglie Lilli (il conte) e Dragoni (il tozzo), formate tra fratelli, nonni, figli e nipoti rispettivamente da 56 persone la prima e da 26 la seconda. Era così in quasi tutte le famiglie contadine, perché, quando un giovane si sposava, la sua famiglia andava ad unirsi a quella di origine nella stessa casa , dove si viveva in armonia e collaborazione, nel rispetto degli anziani a cui, tra le altre cose, si serviva anche il pasto per primi.
Dal censimento del 1951 Colpalombo contava 567 abitanti. Tale popolazione
è rimasta numericamente pressoché invariata fino agli anni '70, quando dopo il boom economico italiano, anche i colpalombesi hanno abbandonato non solo la loro principale occupazione, l'agricoltura, ma sono stati anche costretti ad emigrare per mancanza di terreni fabbricabili.
Cosi le famiglie, a poco a poco, sono rimaste sempre meno, fino a toccare il
minimo storico di circa 270 abitanti, con pochi giovani e con una prevalenza di anziani che arriva a circa 2/3 dell'intera popolazione, come dire che i funerali purtroppo sono molti di più dei battesimi. Le famiglie di una volta sono solo uno sbiadito ricordo di qualche foto d'epoca...."
Ma nel libro trovano posto anche alcune categorie di personaggi extrafamiliari, ma che hanno fatto parte per un tempo più o meno lungo della famiglia di Colpalombo così il ricordo investe i "maetri", i "dottori", i "parroci" gli "sportivi" e gli antichi tratti architettonici.
 

                                                   

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